Cap.31 |
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lichene |
I licheni sono organismi simbiotici derivanti dall'associazione di due individui: un organismo autotrofo, un cianobatterio o un'alga, (per lo più una clorofita), e un fungo, in genere un ascomicete o un basidiomicete. Sono caratterizzati da un tallo e vengono classificati basandosi sulla tassonomia della specie fungina (nelle classificazioni precedenti facevano parte delle crittogame).
I due simbionti convivono traendo reciproco vantaggio: il fungo, eterotrofo, sopravvive grazie ai composti organici prodotti dall’attività fotosintetica del cianobatterio o dell'alga, mentre quest’ultima riceve in cambio protezione, sali minerali ed acqua.
L'evoluzione della lichenizzazione è probabilmente molto antica e non è avvenuta da un gruppo monofiletico di funghi lichenizzati. La lichenizzazione si è evoluta indipendentemente in numerosi gruppi, ipotesi avallata anche dai recenti studi molecolari. |
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vecce |
La veccia comune (Vicia sativa L.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae.
Pianta erbacea annuale, che cresce spontanea, a volte infestando le coltivazioni di cereali; è utilizzata come foraggio per volatili |
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erba quattrina |
Primulaceae
Lysimachia nummularia L.
Mazza d’oro strisciante,Quattrinella, Erba soldina, Erba moneta
Pianta erbacea con fusto quadrangolare lungo fino a 60 cm.,strisciante sul terreno, radicante ai nodi, che ricopre il terreno con le fitte ramificazioni.
Le foglie opposte,intere, con corto picciolo,rotondeggianti di 15-20 mm. di lunghezza.
I fiori gialli, all’ascella delle foglie di 1,5 - 2 cm. ca. di diametro,normalmente a copia, formati da 5 petali ovali con ghiandole brune, il calice a sepali al disotto del cm. di lunghezza, acuminati e saldati alla base.
I frutti sono capsule globose deiscenti, più corte del calice in cui sono inserite, contenenti diversi semi. |
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epilobio |
Le specie del genere Epilobium sono erbe annue o perenni, eccezionalmente frutici.
Le foglie sono semplici, ovali o lanceolate, di solito opposte.
I fiori hanno quattro petali ben separati (corolla dialipetala), di colore rosa, rosso, giallo o viola secondo le specie. I petali sono quasi sempre bilobati, dando l'impressione superficiale di essere otto invece che quattro.
Il frutto è una capsula cilindrica allungata, che si apre a maturità liberando numerosi semi piumati. La cospicua piumosità bianca favorisc
Piantina che può raggiungere il metro d'altezza, caule eretto e ramoso. Le foglie sono lanceolate, oblunghe con margine leggermete dentellato. I fiori sono su di una spiga caulinare, di color rosa rossastro, tetrapetala. Fiorisce in estate. E' comune e ampiamente presente nelle zone montane, vicino ai corsi d'acqua dove forma grandi colonie. La raccolta consiste nella spigatura delle foglie |
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vitalba |
 Clematis vitalba L. è una pianta arbustiva delle Ranunculaceae a distribuzione oloartica nota anche col nome comune di vitalba. In Italia è presente su tutto il territorio sino a circa 1300 m in incolti, boschi di latifoglie, macchie temperate.
Mostra un comportamento rampicante (la sua forma biologica secondo Raunkiaer è P.lian - fanerofite lianose) con fusti ramificati, che si allunga anche per 10-15 metri sugli alberi, sviluppando alla base tronchi legnosi anche piuttosto grossi. Il profumo, quasi impercettibile, è vagamente simile a quello del biancospino. Fiorisce tra maggio ed agosto a seconda della quota.
È una pianta velenosa per la presenza di alcaloidi e saponine (in particolare la protoanemonina), sostanze presenti anche in altri generi della famiglia, che si accumula soprattutto negli organi più vecchi. Può provacare irritazioni cutanee al contatto.
È considerata una pianta infestante del bosco. Infatti, specialmente in associazione con i rovi, la vitalba crea dei veri e propri grovigli inestricabili a danno della vegetazione arborea che viene letteralmente aggredita e soffocata. Tali presenze sono infatti quasi sempre l'espressione di un degrado boschivo. |
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clematide |
Generalità: appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, la Clematis costituisce un genere di circa 250 specie di piante erbacee o legnose, rampicanti a foglie caduche o sempreverdi, rustiche e non. I fusti sono molto sottili, spesso semilegnosi, e producono sottili viticci con cui si attaccano a muri, pergole o graticci. Il fogliame è di colore verde scuro, coperto da una sottile peluria chiara. Durante i mesi freddi gran parte delle specie perde il fogliame. Alcune specie hanno una abbondante fioritura primaverile, con grandi fiori nei toni del rosa e del bianco, altre, e soprattutto molti ibridi da giardino, cominciano la fioritura in primavera inoltrata e la continuano fino all'arrivo dell'autunno. I fiori sono molto grandi, in genere semplici, ma talvolta anche doppi; i colori sono i toni del rosa, del blu e del viola; esistono specie a fiore giallo e bianco. |
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romice |
Polygonaceae
Rumex crispus L.
( = Lapathum crispum Scopoli)
Romice crespo, Lapazio
Pianta erbacea perenne, glabra, con radice fittonante, fusto cilindrico, striato, eretto, spesso soffuso di rosso-bruno, ramoso alla sommità. Altezza sino a 120 cm.
Le foglie inferiori hanno lungo picciolo amplessicaule, lamina oblungo-lanceolata ondulata con margine crespo, quelle inserite sul fusto, sono alterne con picciolo ridotto sottili ovali ed appuntite. I piccioli sono scanalati, sovente lievemente arrotolati sulla pagina inferiore delle foglie, dove formano una guaina membranosa.
I fiori riuniti in verticilli all’ascella delle foglie superiori, formano dense infiorescenze verdastre.
Hanno perigonio erbaceo persistente diviso in 6 lacinie.
I frutti sono piccoli acheni cuoriformi, ricopertiti dalle valve membranose del perianzio. |
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erba roberta |
Il Geranio di S.Roberto (nome scientifico Geranium robertianum L., 1753) è una pianta erbacea annua, appartenente alla famiglia delle Geraniaceae.
La famiglia di appartenenza del “Geranio di S.Roberto” (Geraniaceae) è un gruppo vegetale di medie proporzioni organizzato in 12 generi per un totale di circa 700 specie[1].
Il genere di appartenenza (Geranium) è abbastanza numeroso e comprende circa 420 specie, diffuse soprattutto nelle regioni temperate di tutto il mondo. Una trentina di queste specie sono proprie della flora italiana.
Queste sono raggruppate dal botanico toscano Adriano Fiori (1865 – 1950) in sei sezioni; la specie di questa scheda appartiene alla sezione Robertium (specie caratterizzate dall'avere dei fusti sub-legnosi)[2]. In altri testi questa pianta viene assegnata alla sezione delle Ruberta |
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Senecione |
(vedi anche )
 Pianta annuale o biennale, può raggiungere i 40 centimetri di altezza. Le brattee verdi che circondano i capolini hanno le punte di colore scuro. Le foglie sono alternate, pinnato - lobate, lunghe dai 2 ai 10 cm., con i margini dentati. Le foglie superiori sono attaccate direttamente al gambo, mentre le foglie più basse hanno un corto picciolo. La radice è un rizoma piccolo, con radici fibrose secondarie poco evidenti. I fiori, di colore giallo, sono presenti sulla pianta quasi tutto l'anno. I capolini sono formati da numerosi fiori a disco, ma solitamente mancano i fiori a raggio. I capolini sono riuniti in grappoli lungo i gambi. I semi sono stretti, lunghi circa 2,5 mm., vengono dispersi dal vento grazie ad un pappo
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avellano |
 Il nocciòlo (Corylus avellana L., 1753) è una pianta appartenente alla famiglia delle Betulaceae. Il nome del genere deriva dal greco κορις = elmo, mentre l'epiteto specifico deriva da Avella, paese in cui è presente in quantità massicce.
La pianta ha portamento a cespuglio o ad albero e raggiunge l'altezza di 5-7 m.
Ha foglie decidue, semplici, obovate a margine dentato.
Le infiorescenze sono unisessuali. Le maschili in amenti penduli che si formano in autunno, le femminili somigliano ad una gemma di piccole dimensioni.
Ogni cultivar di Nocciolo è autosterile ed ha bisogno di essere impollinata da un'altra cultivar.
Il frutto (detto nocciola o nocciolina) è avvolto da brattee da cui si libera a maturazione. Esso è commestibile ed è ricco di un olio, usato sia nell'alimentazione che nell'industria dei colori e in profumeria. |
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