Cap.26 |
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frassino |
Fraxinus è un genere di piante della famiglia delle Oleaceae che comprende circa 65 specie di alberi o arbusti a foglie decidue, originarie delle zone temperate dell'emisfero settentrionale
Hanno generalmente una crescita rapida, riuscendo a sopravvivere in condizioni ambientali difficili come zone inquinate, con salsedine o forti venti, resistendo bene anche alle basse o elevate temperature; le specie più diffuse in Italia sono il Fraxinus excelsior conosciuto col nome comune di Frassino maggiore; il Fraxinus ornus noto come Orno o Orniello, utilizzato per la produzione della manna e chiamato comunemente anche Frassino da manna o Albero della manna; Fraxinus angustifolia noto col nome di Frassino meridionale
In Italia, si trova il frassino eccelso che abbonda nei boschi e produce ottimo legname. È noto anche il frassino orniello, dalla cui corteccia si ricava la |
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beccaccia |
La beccaccia (Scolopax rusticola) misura fino a 34 cm. di lunghezza ed ha un piumaggio color foglia morta, con barre trasversali nere sul capo e sul collo. Gli occhi sono di grandi dimensioni e collocati molto indietro sulla testa rotonda tali da permettergli un campo visivo di quasi 360 gradi. Il becco è lungo dai 6 agli 8 cm, robusto e arrotondato all'estremità. Le zampe sono piuttosto corte e ricoperte di piumaggio sino al calcagno. L'udito è particolarmente sviluppato e le cavità auricolari sono situate anziché dietro gli occhi, come in tutti gli uccelli, sotto e un po davanti ad essi, e sono protette dal piumaggio.
Ha un'andatura strisciante, in quanto cammina con passi brevi e dorso incurvato, e lenta. Se deve compiere lunghi spostamenti ricorre sempre al volo, nel quale è agilissima.
La beccaccia è molto scaltra ed è dotata di sensi molto acuti, sfrutta spesso il colore mimetico del piumaggio per nascondersi, al minimo segnale di pericolo, accovacciandosi contro il suolo.
Di giorno non esce mai all'aperto e solo al crepuscolo entra in attività cominciando a frugare tra le foglie alla ricerca di cibo.
Temibili nemici delle beccacce, oltre ai rapaci, sono i cacciatori che ne fanno strage durante il periodo del passo, in Italia in particolare risulta tra le selvaggine più ambite. |
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pastinaca |
 La Pastinaca (Pastinaca sativa ) è una pianta biennale, coltivata come annuale, appartenente alla famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere) e caratterizzata da un fusto erbaceo, cavo e angoloso, da radici carnose a fittone e da foglie pennate, profondamente incise e dentate.
La lunga radice, bianca e carnosa, dal sapore acidulo, viene consumata come ortaggio dopo la cottura.
Una varietà - davvero particolare nel gusto nonché rara - è quella che si consuma nel Basso Salento, la cosiddetta Pestanaca. |
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moscerino |
La Drosophila o moscerino della frutta o moscerino dell'aceto (Drosophila melanogaster Meigen, 1830) è un insetto dell'ordine dei Diptera, organismo modello per la ricerca genetica.
Gli insetti della specie Drosophila melanogaster hanno occhi rossi, il corpo giallo-marrone con alcuni anelli neri trasversali nel loro addome. È evidente il dimorfismo sessuale: le femmine sono lunghe 2,5 mm, mentre i maschi sono un po' più corti e la parte terminale del loro corpo e più scura. La principale differenza tra i due sessi (facilmente osservabile al microscopio anche da un neofita) è il ciuffo di piccoli peli che circonda l'ano e i genitali del maschio.
Il ciclo vitale di Drosophila melanogaster a 25 °C è di sole 2 settimane; la durata è circa doppia a 18 °C. Le femmine possono deporre fino a 600 uova (embrioni) all'interno di frutta o altri materiali organici. Le uova, il cui diametro è di circa 0,5 millimetri, si schiudono dopo 24 ore dalla deposizione. Le larve risultanti crescono per 5 giorni, in cui usano microorganismi che decompongono la frutta e gli zuccheri della frutta stessa per nutrirsi. Poi la larva si trasforma in pupa, passando altri 5 giorni consumando il cibo accumulato per effettuare una metamorfosi, alla fine della quale emerge l'insetto adulto.
Le femmine si accoppiano dopo circa 12 ore dalla metamorfosi, accumulando lo sperma in alcune sacche, utilizzandolo a posteriori per fecondare le uova. Per questo motivo i genetisti devono separare le femmine dal resto della popolazione prima che abbiano la possibilità di accoppiarsi, in modo da essere certi che l'incrocio avvenga solo con il particolare tipo di maschio da utilizzare nell'esperimento. Femmine inseminate possono essere "re-verginizzate" con una prolungata incubazione a -10 °C, uccidendo lo sperma (Ashburner et al. 2005). |
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