La Collina dei conigli . R. Admas

Cap.22

pag.174 Scalogno Pianta erbacea originaria del Medioriente. Il nome scientifico (Allium ascalonicum L.) deriva da Ascalon, antica città della Palestina dove si ritiene abbia avuto origine e dove veniva infatti ampiamente coltivato.
Lo Scalogno non fa fiori, contrariamente alle altre Liliacee, per cui non si propaga per impollinazione, ma occorre piantare i bulbi da un anno per l'altro. I bulbi hanno forma a fiaschetto allungato, sono di colore bianco viola sfumato.
E' una pianta da orto resistente, che non richiede cure particolari per crescere bene. Non si può però coltivare in successione a sé stesso o ad altre Liliacee, né Solanacee, barbabietole o cavoli. Si può tornare a piantare lo Scalogno sullo stesso terreno solo dopo 5 anni. La messa in dimora dei bulbilli va effettuata a novembre-dicembre, mentre la raccolta si inizia da metà giugno, per il prodotto da consumare fresco e dalla seconda metà di luglio per quello da conservare e trasformare.
  pag.178 avena

L'avena comune (Avena sativa) è una pianta della famiglia delle Poacee (o Graminacee) ed è la specie più nota del genere Avena.
L'avena presenta il tipico fusto erbaceo delle graminacee, detto culmo, cavo e sottile e suddiviso in diversi internodi. Le foglie sono sottili e allungate, a nervature parallele, avvolte a guaina intorno al culmo in modo da ricoprire un intero internodo ciascuna.
Dai fiori, riuniti a gruppi di 2 o 3 in infiorescenze lasse a spighette, si sviluppano le cariossidi, vale a dire frutti secchi e indeiscenti, ricchi di amido. Le glumette, le brattee che avvolgono le cariossidi, si prolungano in due caratteristiche ariste sottili.

  pag.180 granoturnco

Il mais (zea mays L.), comunemente detto granoturco, è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Gramineae (tribù delle Maydeae).
L'infiorescenza femminile, che porta le cariossidi, si chiama correttamente spiga ma viene più spesso impropriamente chiamata "pannocchia", mentre la pannocchia propriamente detta è l'infiorescenza maschile posta sulla cima del fusto (stocco) della pianta, che di contro viene talvolta chiamata impropriamente "spiga" per il suo aspetto.
Le cariossidi sono fissate al tutolo ed il tutolo è fissato alla pianta.

La storia del mais è stata a lungo controversa. Darwin ne sostenne la probabile origine sudamericana, ma la beffa degli scavatori ai danni di un archeologo impegnato tra le piramidi egiziane, cui fu "fatto scoprire" un pugno di semi in un sarcofago, accreditò l'origine africana, sostenuta da Matteo Bonafous e duramente ribattuta da De Candolle.

  pag.181 cavoli Il cavolo (Brassica oleracea) è una pianta appartenente alla famiglia delle Brassicacee.
Quando vengono cotti, tutti i cavoli (il cavolfiore in particolare) emanano un cattivo odore perché sono ricchi di composti di zolfo, che evaporano. Da una ricerca condotta da due istituti, l’IVTPA e l’ISPORT, e pubblicata dal mensile “Industrie alimentari”, è emerso che oltre la metà dell’aroma totale del cavolfiore romanesco è costituito da solfuri, in particolare da dimetil-solfuri, che hanno un odore molto sgradevole, cosicché vengono usati anche per odorizzare il gas di uso domestico in modo che gli utenti si accorgano subito di eventuali perdite. Campioni di questi ortaggi sono stati quindi cotti, rispettivamente, per 8 e 16 minuti, misurando poi le perdite dei composti aromatici. Già dopo 8 minuti le perdite di solfuri sono arrivate a oltre il 90% e sono diventate quasi totali dopo 16 minuti, il che spiega i cattivi odori che i cavoli spargono per la casa quando vengono cotti (molte casalinghe non li cucinano per questo motivo). Dopo 8 minuti scompare completamente anche un altro composto volatile sgradevole, l’isotiocianato di metile, il cui odore somiglia a quello della senape piccante e viene impiegato perfino come antiparassitario per eliminare animali nocivi. Tuttavia tutti i cavoli contengono anche sostanze nutrizionalmente utili che sembra abbiano addirittura una funzione di prevenzione del cancro e che si disperdono con la cottura. Per tale motivo, i ricercatori suggeriscono di cuocerli nella pentola a pressione, in modo da ridurre sia il tempo di cottura e la perdita di tali sostanze, sia la diffusione di cattivi odori.
    broccoli Il cavolo broccolo e il cavolo broccolo ramoso (nella foto), entrambi chiamati broccoli, sono due piante della famiglia dei cavoli la cui parte edibile è costituita dalle inflorescenze ancora immature.
Il cavolo broccolo ha un fusto corto e inflorescenze di colore verde intenso, i suoi fiori sono di colore biancastro, simili a quelli del cavolfiore ma molto più piccoli.
Il cavolo broccolo ramoso è simile al cavolfiore, si differenzia per il colore verde azzurro delle sue teste e per i piccoli germogli laterali chiamati broccoletti.
I broccoli si consumano previa cottura, lessati o a vapore.
    rape

La rapa (Brassica rapa subsp. rapa) viene coltivata per la sua radice di forma tondeggiante, talvolta piuttosto tozza, ricoperta da una pellicina di colore rosso-violaceo, non edule. L’interno è formato da una pasta bianca o giallognola, a seconda delle varietà, leggermentespugnosa, di gusto lievemente dolciastro. La si consuma generalmente cotta con burro od olio di oliva e sale. Entra nella composizione dellagiardiniera ed è il componente principale di un tipico piatto friulano: la brovada.

Il valore nutritivo della rapa è piuttosto scarso: 100 grammi di parte edule contengono circa il 90 gr. di acqua, circa 4 di glucidi, alcuni sali minerali (230 mg di potassio, 30 mg di fosforo, 40 mg di calcio e quasi altrettanti di sodio). Scarso il contenuto di vitamine salvo che per la vitamina C, di cui sono presenti più di 20 mg per 100 gr. di parte edule.

    cavolfiori

Cavolfiore - Brassica oleracea L.

Il Cavolfiore (Brassica oleracea L. conv. botrytis (L.) Alef. var. botrytis L.) è una tra le crucifere più coltivate in Italia, diffusa soprattutto nelle regioni centro-meridionali e precisamente in Campania, Marche, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia. La sua origine è piuttosto incerta. Il nome deriva dal latino "caulis" (fusto, cavolo) e "floris" (fiore). In Italia si affermò prima in Toscana, come testimoniano alcuni quadri Medicei dei primi del Settecento dove è ritratto un cavolfiore proveniente dalla zona di Arezzo che viene offerto in dono a Cosimo III. I Paesi in cui è maggiormente diffusa la sua coltivazione sono l'India, la Cina, la Francia, l'Italia e gli Stati Uniti.
Il cavolfiore viene utilizzato sia allo stato fresco che surgelato, disidratato e sottaceto.

  pag.182 carote La carota (Daucus carota L.) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Umbelliferae; è anche uno dei più comuni ortaggi; il suo nome deriva dal greco Karotón.
È una specie erbacea biennale, alta fino a 100 cm, che nel secondo anno sviluppa un fusto eretto e ramificato con grandi ombrelle di forma globulare composte da ombrellette. Queste sono a loro volta formate da fiori piccoli bianchi a cinque petali; il fiore centrale è rosso scuro. L'infiorescenza presenta grandi brattee giallastre simili alle foglie. Nei fiori sono presenti delle piccole ghiandole profumate che attirano gli insetti. Fiorisce in primavera da maggio fino a dicembre inoltrato. I frutti sono dei diacheni irti di aculei che aiutano la disseminazione da parte degli animali. Le infiorescenze dopo la fecondazione dei fiori si chiudono a nido d’uccello. Le foglie sono profondamente divise e pelose. La radice è lunga a fittone di colore giallastro.il fittone ha dimensione di 18-20cm con diametro intorno ai 2cm a forma cilindrica