La Collina dei conigli . R. Admas
Cap.18 pag.133 scarabei L'espressione Scarabeo Stercorario si riferisce a diverse specie di scarabei che si nutrono di sterco e che raccolgono il loro nutrimento (per conservarlo o per deporvi le uova) facendone caratteristiche pallottole e facendole rotolare sul suolo. Questo genere di comportamento viene esibito da diverse specie delle famiglie Scarabaeidae e Geotrupidae.
    fringuello

Il fringuello (Fringilla coelebs, Linnaeus 1758) è un piccolo uccello molto grazioso e comune in Italia. Misura all'incirca 15 cm. Generalmente è comune nei boschi, tra alberi sparsi e cespugli, lungo le siepi, nei campi, nei frutteti e ovunque ci sia della vegetazione, ma, in inverno, può arrivare anche nelle periferie delle città dove è più facile trovare cibo. È diffuso in tutt'Italia e in gran parte d'Europa. Il maschio si differenzia dalla femmina per la livrea più colorata.

Infatti, mentre la femmina è bruno-giallastra il piumaggio del maschio comprende l'azzurro della testa, il verde del groppone, il rosa intenso del petto, il bianco delle barri alari e il nero dell'estremità delle ali. Si nutre di semi e frutti.

Il fringuello delle nevi, detto anche "fringuello alpino", è un uccello tipico dei paesi freddi e riconoscibile per le penne di colore ardesia. Amante dei climi freddi, vive sulle montagne. Il suo canto è stranamente simile al suono di un campanello. Le piume di questo uccellino sono di colore ardesia sulla regione dorsale, bianco sulla regione ventrale. Il becco ha color carnicino. Si nutre di molte varietà di erbe infestanti. D'inverno, si avvicina ai campi coltivati in cerca di cibo.

È specie protetta in base alla legge sulla caccia 157/92 pertanto chi abbatte cattura o detiene tale esemplare va incontro a una sanzione penale e al pagamento di un'ammenda fino a euro 1549,00

    fanello Il Fanello (Carduelis cannabina, Linnaeus 1758) è un uccello della famiglia dei Fringillidae, apprezzato per il canto
I colori vanno dal bruno del dorso al rosso vivo di fronte e petto (solo i maschi e non in cattività), dal grigio del disegno facciale al bianco della banda alare, oltre le remiganti nere. Normalmente raggiunge i 13 cm di lunghezza, ed il peso di circa 21 grammi.
    storno Storno (Sturnus vulgaris, Linnaeus 1758) è un uccello dell'ordine dei passeriformi

Lo storno è lungo circa 20-23 cm, ha un'apertura alare di circa 35-40 cm e pesa circa 70-90 g. Il suo piumaggio in estate è nero lucente con riflessi violacei e verdi con le punte delle piume bianche, mentre in inverno il nero diventa meno brillante e i riflessi si attenuano. Il becco è aguzzo, giallognolo in estate, bruno in inverno, le zampe sono rossastre, la coda corta. L'unico carattere che differenzia i sessi è una macchia sulla base del becco che è azzurra nei maschi, rossastra nelle femmine.

Ne esiste anche una variante rosa (storno rosa) molto rara e selezionata dall'uomo.

    allodole Nome latino: ALAUDA ARVENSIS nome dialettale CALANDRA
Caratteristiche
L' allodola è lunga circa 18 cm ed ha un corpo slanciato, la livrea è di color sabbia con macchie brune, mentre sul ventre è di colore più chiaro. Le sopracciglia sono di color crema e molto evidenti. L' allodola, corre tenendo il corpo in direzione quasi orizzontale e solleva e abbassa ritmicamente la coda e di tratto in tratto si sofferma su di una zolla o una pietra più alta per osservare quanto accade intorno. Durante il volo allarga le ali e le raccoglie all'improvviso, acquistando perciò una velocità notevole. In aria descrive una linea serpeggiante per poi scendere all'improvviso a terra con una traiettoria verticale. E' un uccello timido e cauto.
  pag.134 evonimi

Fusaggini o Berrette da prete.

II nome di queste piante deriva dal greco eu, bene, e ònoma, nome, ossia «pianta dal buon nome, dalla buona reputazione». Que­sta definizione contrasta sensibilmente con le proprietà benefiche degli evonimi, ma è opportuno ricordare che nei tempi antichi, come del resto ancora oggi in Oriente, si usava chiamare con gli appellativi più dolci gli dei apportatori di malefizio proprio per ingraziarseli e sperare nella loro clemenza. Evidentemente lo stesso stratagemma veniva messo in atto anche per le piante più peri­colose.

Le specie di cui stiamo parlando servono per la realizzazione di siepi, grandi macchie verdi o variegate al centro del prato, ciuffi isolati, oppure per la coltura in grandi vasi adatti ad essere collocati sul balcone o in terrazza. Le varietà nane si prestano anche per la decorazione delle roccaglie oppure per formare basse bordure con funzione di­visoria fra l’una e l’altra parte del giardino.

    trampoliere grigio Quale sarà ? Visto che dice grosso, penso sia l'airone cinerino.
Pluvialis squatarola - Piccolo trampoliere molto simile al Piviere dorato, ma dai colori più sul nero e grigio. Piuttosto raro è presente in Italia durante la migrazione, ma al sud è anche stanziale.

Ardea cinerea.Grande trampoliere di color bianco-grigio chiaro con caratteristiche strie nere,collo piegato a forma di "s" specialmente durante il volo.Aguzzo becco giallastro. I giovani hanno becco nerastro e vertice del capo grigio anziché bianco, sono privi della penna ornamentale nera dietro la nuca.

    anatre selvatiche Gli Anseriformi presentano alcuni aspetti morfologici comuni: becco più o meno depresso, largo e provvisto di lamelle trasversali per filtrare l'acqua e la melma durante la ricerca del cibo; piumaggio fitto con copertura continua di piume sotto le penne; zampe corte e piedi con quattro dita (le anteriori palmate). Sono uccelli acquatici e generalmente ottimi volatori. Gli Anseriformi comprendono quasi 150 specie appartenenti alle famiglie degli Animidi e Anatidi.
L'uomo ha determinato in esse alcune mutazioni ormai fissate: per questo non è possibile indicare con precisione il numero delle specie. Molte specie compiono lunghe migrazioni. A questa famiglia appartengono anatre, oche e cigni. Quasi tutte le specie di Anatidi sono monogame in libertà, mentre in cattività sono necessarie più femmine per maschio. Le coppie sono legate da grande affetto. Costruiscono i nidi all'asciutto, nel fitto dei cespugli. Di solito la cava e la cura della prole sono a carico della femmina, anche se spesso il maschio collabora. Si cibano di tutto ciò che riescono a filtrare nell'acqua e nella melma, oltre che di erba e di bacche acquatiche.
  pag.136 lupinella Onobrychis viciifolia Scop.
Pianta erbacea perenne, ceppo legnoso e ramificato, apparato radicale profondo con lunga radice fittonante, fusti eretti striati, subglabri in basso, pubescenti in alto.
Le foglie imparipennate (13÷25 segmenti), le inferiori ellittico lineari, le superiori più strette, la pagina inferiore pubescente.
I fiori, riuniti in infiorescenze piramidali all’apice di lunghi peduncoli, hanno calice avvolgente composto da 5 sepali, corolla papillionacea di colore rosa intenso con venature porpora, composta da 5 petali: il vessillo ripiegato verso l'alto con la parte anteriore poco raddrizzata, due ali disposte lateralmente più brevi dei rispettivi denti calicini, carena lunga quanto il vessillo formata da due petali fusi tra loro.
I frutti sono legumi più o meno tondi, pubescenti, hanno dorso con 5÷9 denti spinosi e superficie reticolata, contengono un solo seme reniforme.
  pag.139 formicaio Le formiche vivono nel formicaio che può avere diverse strutture a seconda delle abitudini delle formiche che ci abitano: troviamo infatti dei formicai sotterranei e altri superficiali, che possono essere di legno, per le formiche che sfruttano i tronchi degli alberi morti, di foglie, per le formiche tessitrici che uniscono più foglie tra di loro con una sostanza secreta dalle larve, ed infine possono essere di terra e detriti ed appesi ad un albero.
Il formicaio ha varie entrate, tutte sorvegliate da una o più formiche; all'interno troviamo tantissimi cunicoli che possono terminare in una camera o sboccare in altri cunicoli; le stanze non sono tutte uguali e vengono usate per vari scopi: come dispensa, per l'allevamento delle uova e delle larve, o come camera per la regina.
La società delle formiche è divisa in caste: regina, maschi ed operaie.
La formica regina è l'unica femmina feconda, è più grande delle operaie, ha due grandi occhi composti sul capo, il torace molto largo e l'addome voluminoso. Prima dell'accoppiamento è provvista di due paia di ali che cadono subito dopo il volo nuziale, ma se ne riconoscono le tracce sotto forma di moncherini.
I maschi sono grandi come la regina, hanno due occhi composti molto grandi, il capo è più piccolo di quello della regina ed il torace è più stretto; hanno due paia di ali che non cadono mai.
Le operaie sono tutte formiche femmine che non depongono le uova
    timo

Il timo (Thymus L., 1753) è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.

Il suo nome scientifico deriva dal greco forza, coraggio, che risveglierebbe in coloro che ne odorano il profumo balsamico.

È una pianta a portamento arbustivo, perenne, alta fino a 40-50 cm, con un fusto legnoso nella parte inferiore e molto ramificato, che forma dei cespugli molto compatti.
Le foglie sono piccole e allungate con una colorazione variabile dal verde più o meno intenso, al grigio, all'argento, ricoperte da una fitta peluria in quasi tutte le specie.
I fiori sono di colore bianco-rosato e crescono all'ascella delle foglie in infiorescenze a spiga e sono ad impollinazione entomofila (da insetti), soprattutto ad opera delle api.
I frutti sono degli acheni.
La pianta è considerata appartenente al gruppo della "aromatiche", ha infatti in ogni parte. ma soprattutto nelle foglie e nei fiori un odore gradevole ed aromatico.

    brunella Brunella (nome scientifico Prunella vulgaris L.) è una pianta perenne, erbacea, eretta dalle dimensioni ridotte, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Del genere Prunella nei vari elenchi si sistematica sono indicate diverse specie ma sono perlopiù sinonimi, ibridi o varianti, di sicuro solo 4 sono le specie spontanee della flora italiana tra cui la nostra pianta.
Nelle classificazioni più vecchie la famiglia del genere Prunella è chiamata Labiatae. La moderna classificazione APG ha inoltre “aggiornato” i livelli superiori secondo la più moderna tassonomia cladistica (vedi box a destra).
  pag.140 sambuchi Sambucus è un genere appartenente alla famiglia delle Caprifoliacee che comprende specie arbustive di medio-grandi dimensioni talvolta in forma di piccolo albero, comunissimo lungo le siepi campestri, nei boschi planiziari e submontani e presso i casolari di campagna, nonché alla periferia delle città, dove rappresenta un relitto della vegetazione spontanea.

Presenta rami con midollo molto grosso, bianco, leggerissimo e compatto, che viene raccolto ed usato per includere e poi sezionare parti vegetali da osservare al microscopio. Inoltre questo tipo di legno viene utilizzato per costruire le palline formanti un pendolo di Canton; viene scelto questo tipo di legno per la sue estrema leggerezza. La corteccia dei rami stessi presenta rade e grosse lenticelle.

Le foglie sono opposte, imparipennate, di solito con 5 foglioline ovato-lanceolate ed appuntite, seghettate ai margini. I fiori sbocciano in primavera-estate, sono piccoli, odorosi, biancastri, a 5 lobi petaliformi, riuniti numerosissimi in infiorescenze ombrelliformi molto ampie. Essi maturano numerose piccole bacche globose nero-violacee che contengono un succo di colore viola-porporino scuro che viene impiegato per colorare vini e come esca per la pesca dei cavedani.